Specimen

Specimen tryptic (2013) by Matilde Soligno
Specimen (Louis) by Matilde Soligno
Specimen (Christian) by Matilde Soligno
Specimen (Patrick) by Matilde Soligno

ENG
The Specimen tryptic is part of the project «Reaching The Distance»

In my project Reaching The Distance the theme of portraiture is addressed through a series of close-ups – the closest you can get by using a 85mm lens on a Mamiya RB67. The project focuses on exploring the counterpositions that characterize intimacy and the experience of visual closeness, and on making them visible: extreme closeness can be uneasy and charming at the same time – just think of that of love, both romantic and parental.
The first part of the project consists of 12 portraits of women, in which the viewer’s relation with the subjects seems to be welcoming, though regretful. Originally shot with a medium-format camera, these photographs’ negatives are later scanned and digitally worked to gently enhance their inner unevenness: deep black spots, pixelated shades, and fake colors alternate to areas of extreme definition, that work as real-feel devices. While these portraits suggest an idea of presence and warmth, they also show loss of information in their shadows, which creates a feeling of distance.
My artist book Reaching The Distance (published by Vênus et Milö) gathers these 12 portraits along with a series of texts I wrote. The book experiments with different papers, and – in consonance with the concept on which the photographic project is based – giving attention to the idea of «presence.»
The second part of the project, called Specimen (2013), is composed of 3 panels, three photographs of young men staring into the camera, in the act of sharing themselves, their fragile and disquieting sides, but at the same time suggesting a confrontation.
–Matilde Soligno, 2013

ITA
Il trittico Specimen è parte del progetto «Reaching The Distance»

Nel mio progetto Reaching The Distance il tema del ritratto è affrontato attraverso una serie di close-up – la vicinanza minima che si riesce a raggiungere usando una lente 85mm su una Mamiya RB67. Il progetto esplora le contrapposizioni che caratterizzano l’intimità e l’esperienza di vicinanza fisica, e nel renderle visibili: la vicinanza estrema può suscitare disagio e fascinazione allo stesso tempo – si pensi al rapporto amoroso, sia romantico che parentale.
Le fotografie sono scattate in medio formato su negativo, e poi scansionate e lavorate digitalmente; un processo lungo, che si sottrae all’alienazione dello scatto fotografico veloce, molto comune oggi.
La prima parte del progetto (2012) consiste di 12 ritratti femminili, nei quali la relazione dei soggetti con l’osservatore appare accogliente, anche se portatrice di rimpianto. I negativi sono trattati digitalmente per enfatizzare sottilmente la loro disomogeneità interna: punti bui, ombre pixelate e colori falsati si alternano ad aree di estrema definizione. I ritratti suggeriscono un’idea di presenza, ma allo stesso tempo presentano una perdita di informazione nelle ombre che crea una sensazione di distanza.
Il mio libro d’artista Reaching The Distance (pubblicato da Vênus et Milö) raccoglie questi 12 ritratti e una serie di testi scritti da me. Il libro sperimenta con diverse carte, e – in consonanza con il concetto che sta alla base del progetto fotografico – dando attenzione all’idea di «presenza».
La seconda parte del progetto, Specimen (2013), è composta di tre pannelli, tre fotografie di giovani uomini dallo sguardo rivolto in macchina, verso l’osservatore, nell’atto di condividere se stessi, i propri lati fragili e inquietanti, e al contempo mostrando un atteggiamento di confronto e conflitto.
–Matilde Soligno, 2013



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