Yesterday is Tomorrow: Alexis Rockman’s Painting

Ieri è Domani: La Pittura di Alexis Rockman |

I mondi alterati e futuribili di Alexis Rockman si espandono da uno strano punto di intersezione: un centro dove le immagini naïf di un vecchio sussidiario illustrato di biologia si incontrano con la stupita opulenza visiva della pittura di Rousseau, e con la summa di un immaginario fantascientifico che, come ben conosciamo, sa parlare del futuro mischiando suggestioni dell’antico a indizi di presente.
Più o meno note pratiche e fenomeni del mondo animale sono rappresentati in questi dipinti come scenari ordinati di un ecosistema, e non in raffigurazioni arbitrariamente retoriche; nonostante – a quanto pare – vi sia veicolato un messaggio forte, quello dell’allerta ecologista. È straniante e allo stesso tempo carico di fascino questo calmo e partecipe osservare mutazioni snaturate, cambiamenti cataclismici e il naturale ordine della morte. Ed è più che interessante come tutto questo venga manipolato nell’impassibilità – con qualche tocco di ironia – di una rappresentazione “storica”, scientifica, settecentesca; con lo sguardo di un vero esploratore.
Ora Alexis Rockman ha la sua prima grande retrospettiva allo Smithsonian American Art Museum di Washington, DC: Alexis Rockman: A Fable for Tomorrow, una grande esposizione che vede la sua carriera ripercorsa attraverso 47 dipinti e lavori su carta che datano dall’inizio degli anni 1980 ad oggi. La mostra rimarrà aperta fino all’8 maggio 2011.

Alexis Rockman’s altered and future-to-come worlds expand from a strange intersection point: a centre where naïve images from an old illustrated schoolbook meet with the surprised visual opulence of Rousseau’s painting and with a sci-fi imagery that, as we well know, is able to talk about the future by blending evocative sensations of the ancient into traces of the present.
More or less known practices and phenomena of the animal world are represented in these paintings as orderly scenarios of an ecosystem, rather than arbitrarily rhetorical raffigurations; although – so it seems – a very strong message is involved, that of the ecologist alert. It is estranging and fascinating at the same time, this calm and involved observation of perverted mutations, cataclysmic changes, and the natural order of death. And it is more than interesting how all this gets handled in a detached – though ironic – representation, in a “historical”, scientific, eighteenth-century style: with the eyes of a real explorer.
The first major survey of the artist‘s work, Alexis Rockman: A Fable for Tomorrow – with 47 paintings and works on paper that trace his career from early works in the mid-1980s to the present – is now exhibited at the Smithsonian American Art Museum in Washington, DC, until May 8, 2011.



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